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ALBANIA: 30 ANNI DI DEMOCRAZIA

30 anni non bastano a dimenticare la politica di chiusura economica e culturale di Hoxha terminata nel 1990. Se nelle grandi città sensibili passi avanti sono stati condotti per ridurre il distacco con la vicina Europa, nelle zone rurali le condizioni di vita non sono mai realmente evolute. Infrastrutture assenti e istituzioni lontane costringono queste terre a vivere legate alla loro stessa storia.

 

L’economia di sussistenza e una società prettamente patriarcale spesso lasciano come unica via di uscita per le nuove generazioni l’abbandonare la propria terra in cerca del soldo facile, quasi sempre in Italia.

Le eccezioni esistono per fortuna. Un latente spirito imprenditoriale e di cambiamento si manifesta ad esempio a Reç, a nord di Scutari. Il signor Preck gestisce un caseificio: raccoglie il latte prodotto dalle famiglie del circondario per farne formaggio.

 

Progetti come questo sono ideati e supportati da organizzazioni di cooperazione. Altri progetti coinvolgono le donne delle zone rurali con più difficoltà con attività di apicoltura. Mentre democratici e socialisti si confrontano a suon di comizi le zone rurali più isolate dell’Albania devono contare sulle loro capacità di re-inventarsi.

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